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== Qualcosa di internazionale == di '''Morando Morandini''' L’anno scorso i selezionatori di Anteprima - Ghezzi, Volpi e il sottoscritto - inventarono, non senza commettere almeno un’ingiustizia, Viaggi in Italia, gruppo di otto opere fuori concorso e collocate nella sezione un po’ pomposamente chiamata Eventi Speciali che comprendeva documenti, interventi, inchieste, rapporti su vari aspetti e fenomeni più o meno rimossi o trascurati dalla realtà italiana. Quest'anno, durante il lavoro di cernita, fummo sfiorati dalla tentazione di inventare una sezione analoga, intitolata Viaggi nel mondo. Sarebbe troppo lungo e probabilmente poco interessante spiegare come e perchè si rinunciò all’idea. Ne rimangono le tracce, comunque, in due degli Eventi Speciali (Col cuore in gola, di Damiano Tavoliere, inchiesta sulla tortura nel mondo; Figli del Bounty, servizio televisivo che Milena Gabanelli ha girato per Mixer nell’isola di Pitcairn) e in ‘almeno una delle opere in concorso che ha, a mio avviso, le carte in regola per diventare sul serio un piccolo "evento" in questa 8° edizione di Anteprima, Prima linea, documentario su Tokyo realizzato nel 1968-69 da Renato Job e rimasto inedito per vent’anni. Da qualche tempo nei grandi festival internazionali è di rigore il recupero di film vecchi di vent'anni, rimasti intonsi per la censura ideologica di Stato (Allodole sul filo del cecoslovacco Jiri Menzel, Orso d’oro a Berlino) e per quella del mercato (The plot against Harry dell’americano Michael Roemer, primo premio al Bergamo Film Meeting): anche Bellaria ha la sua piccola scoperta da proporre. Anteprima, dunque, si tinge d’internazionale. Ne fa testimonianza la rassegna dei saggi di regia del VGIK (Istituto statale pansovietico di cinematografia), fondato nel 1922 a Mosca, la più vecchia scuola di cinema del mondo. La rassegna continua l’iniziativa inaugurata l’anno scorso con la Scuola di Bassano: nel 1991 toccherà probabilmente alla Scuola di Cinema e di Televisione di Monaco di Baviera. E’ stata organizzata grazie alla cooperazione della Mostra Internazionale Riminicinema con la quale, nel corso della sua terza edizione (22-29 settembre 1990), Anteprima spartirà l’abbondante materiale giunto da Mosca. Questa cooperazione non è dovuta soltanto all’operosità di Miro Gori e alla vicinanza geografica con Rimini: è uno dei primi frutti di quel patto di coordinamento e collaborazione che fu sottoscritto qualche mese fa dai responsabili di sei manifestazioni cinematografiche italiane (Festival Cinema Giovani di Torino, Bergamo Film Meeting, Riminicinema, Film-maker di Milano, Anteprima di Bellaria; Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone). Chi ha avuto modo di seguire con assiduità questa rassegna, sa che è un suo carattere specifico quello di far saltare le frontiere, e non soltanto geografiche. Come il solito, il lavoro di selezione non è stato agevole perchè, come in passato, si è ancora seguita la linea di non privilegiare una tendenza particolare nel rispetto, e nel rispecchiamento, di una produzione audiovisiva di molti semi e segni. Nei primi anni di Anteprima il rapporto tra opere proposte e opere ammesse al concorso si aggirava sul due a uno; nel 1987 era già passato al quattro a uno e ora si è stabilito sul cinque (sei) a uno, essendo rimasto immutato - anche per ragioni di bilancio - il tempo di proiezione. Rispetto all’anno scorso (25 titoli ammessi su 159 presentati) la situazione è pressochè la stessa: 29 titoli scelti su 163 anche se il numero complessivo delle ore del concorso è calato da 14 a 12 circa. Soltanto tre lungometraggi (superiori a 60 minuti) sono in concorso rispetto ai cinque del 1989, mentre è aumentato il numero dei cortometraggi selezionati. Il rapporto tra film su pellicola e video era stato “fiftyfifty” nel concorso del 1989, mentre quest'anno s’è spostato a favore del video in una misura che sfiora l’uno a due, press’a poco corrispondente a quello delle opere pervenute. Più della metà delle opere inviate a Bellaria (93 su 163) provengono da cinque grandi città del Nord e del Centro: Torino (25), Roma (20), Milano (17), Bologna (16), Firenze (15). Il contributo del Sud è ancora esiguo, ma rispecchia - mi sembra - la situazione generale della società italiana. I cinque video (tre dei quali in concorso) giunti da Palermo confermano, però, che la "nuova stagione del cinema d’impegno" in Sicilia non è una forma retoricamente vuota. A livello tematico non mi sembra che il panorama di Anteprima 1990 presenti novità di rilievo: il malessere giovanile (con l’accento messo sulla crisi d’identità piuttosto che sui problemi concreti della disoccupazione), la droga, le preoccupazioni ecologiche, l’alienazione metropolitana, gli immigrati del Terzo Mondo. A parer mio, è ancora troppo diffuso - vezzo o vizio che sia - il culto dell’ineffabile, la tendenza verso i grandi temi astratti e metafisici, talvolta sorretti da cattiva letteratura o da letteratura mal digerita, ma, forse, il discorso riguarda le opere scartate più che quelle scelte...La serietà prevale. Rari, e non sempre riusciti, i film divertenti nei quali, comunque, il grottesco ha la meglio sull’umorismo, sulla simpatia per le cose viste dal lato delle cuciture. Rispetto agli anni scorsi è quasi assente quella linea (da Gaudino a Segatori e a Riva) che Enrico Ghezzi ha definito orfica e non narrativa, mentre non manca almeno un esempio di quell’horror" artigianale a costi stracciati, tanto disdegnato dalla critica impegnata, che pur rappresenta nel panorama del cinema "underground" italiano un fenomeno più consistente e diffuso di quel che molti immaginano e sanno. Se dovessi riassumere in una battuta le mie impressioni di selezionatore (so anch’io che è un’orrenda parola, ma non so trovarne un’altra: "cernitore" mi sembra arcaico e industriale), direi che nell’Italia quale è rispecchiata nei film e nei video inviati a Bellaria il quotidiano più comprato è La Repubblica, si telefona in modo ossessivo (ancora non si vede il fax) e si ascolta in misura altrettanto accanita la musica rock con i suoi derivati.
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