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=== Michel Chion === '''Incontro con Michel Chion''' di Sandra Lischi A rendere unica, nel panorama internazionale degli studi sul cinema, la figura di Michel Chion è la compresenza, in lui, di competenze e creatività diverse: non tanto l'essere assieme autore e critico - questa, nella storia del gruppo raccolto intorno ai "Cahiers du Cinéma", non è una novità - quanto il fondere passione e conoscenza del cinema con competenze anche tecnico-scientifiche sulla musica e in generale sul suono; l'essere un teorico dell'audiovisione e un musicista, un critico cinematografico e uno studioso della musica nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, un film-maker e un osservatore delle metamorfosi del suono nelle forme attuali di cultura informatica diffusa, un "ascoltatore" e un artista. Michel Chion si è formato alla scuola della musica concreta di Pierre Schaeffer, a Parigi, negli anni immediatamente successivi al "maggio francese": anni densi di stimoli, di provocazioni intellettuali, di tentativi di dialoghi sociali e culturali prima impensabili. Musica concreta, musica che esiste solo "fissata su supporto", registrata. Acusmatica, secondo un termine che Chion più tardi applicherà alla voce (di cui non vediamo la fonte) nel cinema. Musica che considera i suoni come oggetti da modellare, oggetti concreti quindi, siano essi il brano di una sinfonia classica o uno dei tanti rumori della vita quotidiana. Questa formazione - che ne farà in seguito, e tuttora, un raffinato compositore - influisce beneficamente sul suo approccio, consapevole e competente, alle diverse problematiche dell'audio-visione. lo studio delle configurazioni della voce nel cinema; e poi del suono in generale; e della parola; fino alla "summa" di tutte queste ricerche, col fondamentale testo L'audiovisione. Suono e immagine nel cinema, una sorta di mappa del rapporto suono immagine che, partendo dalla constatazione che "non si sente la stessa cosa quando si vede; non si vede la stessa cosa quando si sente" va a stanare e a definire l'estesissima gamma di possibilità di relazioni fra la parte visiva del film e la parte sonora del film (Chion è contrario all'uso del termine "colonna sonora", allo stesso tempo troppo generico e troppo riduttivo, ma soprattutto viziato dall'idea di una possibile separatezza e autonomia del suono rispetto all'immagine e viceversa). Come musicista, Chion tiene a ribadire con grande fermezza la distanza che corre fra la scuola di Schaeffer e le provocazioni performative del "Fluxus", la teoriuazione dell'effimero e dell'opera aperta, anche l'eredità dei futuristi-rumoristi. C'è infatti nel suo approccio una impostazione classica (si pensi alla rivisitazione del Requiem, della Messa in latino), l'idea di costruzione di opere concluse e che aspirano alla durata, assolutamente non effimere; inserite nel contesto delle poetiche e dalle ricerche delle avanguardie musicali del Novecento, spesso mescolate felicemente con la classicità. Un'aspirazione di Chion musicista e cineasta è l'intelligenza del nuovo intrecciata alla capacità di suscitare emozioni, lucidità e pietas, distanza e vicinanza. Così, nel rivisitare oggi il rituale antico della Messa, compone nel video La Messe de terre un affresco potente della vita dell'uomo sul pianeta: una messa terrena, di terra appunto, fatta di transiti e incroci, di suoni mescolati, musiche, lingue antiche e moderne; e nel presentare il video al pubblico lo trasforma in una performance dal vivo, alterando o amplificando i suoni, aggiungendo interventi vocali. Questa libertà compositiva ispirata sempre a una "classicità moderna" permea anche l'approccio di Chion allo studio del cinema. Oltre ai libri specificamente incentrati sul rapporto suono-immagine, Chion ha dedicato importanti monografie a Lynch, Tati, Kubrick, alla sceneggiatura, ai mestieri e alle tecniche del cinema. Ma la sua bibliografia è ricchissima anche di interventi su riviste (fra cui la preziosa "Bref') o in volumi collettivi e cataloghi da cui scaturisce una curiosità e una passione profonda per tutto il cinema, così come per le forme nuove che il cinema va assumendo. Chion riesce ad amare contemporaneamente gli Straub e Titanic, Sergio Leone, Visconti, Chaplin, Fellini e Antonioni, La vita è bella, Hitchcock e Bresson ..... Sulla scia della "politica degli autori" dei Cahiers, e anche oltre, ama un cinema saggistico, di ricerca, come ama un cinema spettacolare e che sa commuovere, e le sue lezioni e conferenze sono straordinarie per questa capacità di spaziare, attraverso l'audiovisione, nella storia del cinema come un corpus unico e toccante. Chion è severo, casomai, verso le avanguardie autoreferenziali, concettuali e aride, che snobbano il cinema hollywoodiano da cui avrebbero tanto da imparare per quanto riguarda un uso avanzato, ricco, del tessuto sonoro .... e arriva anche a dire che in fondo le tanto celebrate nouvelles vagues (a parte Godard, che è sempre "a parte") non hanno innovato granché sul piano sonoro, con tutto quel parlare ... Anche la videoarte non viene risparmiata, salvo rarissimi casi: avanzata nell'elaborazione dell'immagine, ma pigra e arretrata nella ricerca sonora. Ricordiamo che Chion ha contribuito ad alcune delle "concezioni sonore" più riuscite di videoartisti come Robert Cahen, con cui lavora da decenni in stretta collaborazione; e ha fortemente influito su autori come Francisco Ruiz de Infante e Ermeline Le Mézo. Ha realizzato anche un brevissimo video ispirato a una poesia di Goethe: un mini-trattato delle sue teorie sull'audio-logo-visione. Da musicista e studioso del suono (anche in generale, come nel suo libro Le son, vero e proprio trattato interdisciplinare, con molti riferimenti letterari) guarda con curiosità ai fenomeni attuali, come l'introduzione del dolby stereo nelle sale, che consente una nuova dimensione acustica e la rivalutazione del rumore ("il cinema sonoro comincia ora"); o la videomusica, i videogiochi, l'animazione al computer, la stessa sonorità instaurata dall'uso dell'elaboratore. Pensatore e autore libero da preconcetti e schemi Chion attinge per la propria riflessione e la propria opera alla vita quotidiana, alle più diverse letture, alla poesia, all'attualità, alla memoria, allo sterminato e appassionante paesaggio dell'arte e della letteratura, ma anche a una precisa e lucida conoscenza del funzionamento della "macchina cinema" , alle sue componenti - altrettanto affascinanti - fisiche, materiali, concrete, insieme artificiali e naturali.
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