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== '''Sette o otto cose sulla rassegna di Bellaria e sul cinema indipendente in Italia.''' ==
1) In una regione ricca di manifestazioni cinematografiche (il Nuovo cinema a Pesaro, il Giallo a Cattolica, il Rosa a Gabicce, l'Animazione a Forlì, il Video-clip a Cervia, le Nuove Tecnologie a Bologna, il Cinema Libero a Porretta Terme, il Film Europeo a Rimini) la rassegna "Anteprima"<ref>Test di citazione</ref> di Bellaria Igea Marina vuole avere una funzione di ricerca, definizione, valorizzazione di quei prodotti audiovisivi che appartengono all'arcipelago sommerso, sconosciuto, "povero" (nel senso più positivo e produttivo del termine), vagamente denominato "cinema indipendente italiano".
È un appuntamento, un incontro che si propone di essere anche una verifica per vedere se esistono le premesse, le condizioni, gli stimoli per un quadro diverso da quello, in gran parte depresso e deprimente, che abbiamo sotto gli occhi.


2) Dagli anni '60 in poi i primi film di Marco Bellocchio, Carmelo Bene, Nanni Moretti - per non fare che qualche nome di una lista che arriva sino a " Il pianeta azzurro" di Piavoli - sono stati esempi illuminanti di un artigianato intelligente, destinato a fornire nuove speranze e nuovi valori. D'altronde, in forme più o meno sommerse, una linea di cinema indipendente serpeggia lungo tutta la storia cinema italiano del dopoguerra, dalle esperienze cooperative di Zavattini e dell'ANPI negli anni '50 sino agli esordi dei Fratelli Taviani.
3) Oggi, si tratta di affrontare il fenomeno in forma più organica. Si tratta di ritrovare i segni di quel che si muove e che può dare frutti, sotto la superficie della crisi continua, endemica del cinema italiano. Vuole offrire un panorama di un fermento creativo e produttivo che non ha ancora un volto né connotati riconoscibili.
Ogni film sembra un caso a sé, ma, al di là dei singoli risultati, è il sintomo di una vitalità sia di ricerca espressiva sia di formazione di nuovi quadri artistici e tecnici.
4) È una vitalità diffusa, decentrata. Questi film non nascono più soltanto a Roma. Affondano le loro radici in centri culturali ed in diversi: Milano, Torino, il Veneto, quà e là nel Sud, tutto ciò muta i loro punti di riferimento, i loro modelli. New York, per esempio, conta assai più di Roma per alcuni dei più promettenti cineasti milanesi; una "narratività" che nasce dall'inchiesta in una precisa realtà industriale sembra caratterizzare i torinesi; nei film meridionali i problemi di oggi intrecciano con un'eredità arcaica e contadina; gli stessi romani hanno voci dissonanti, eterodosse.
5) Film su pellicola, video, lunghi, corti e mediometraggi, "fantasy" e documentari, sperimentazioni d'artista e inchieste sociologiche..• la nozione stessa di "indipendenza", sia pur vaga, esclude ogni preclusione per formato, durata, genere. Non pone limiti all'uso dei mezzi espressivi e, ancor meno, all'età degli autori. La ragione d'essere di un cinema indipendente risiede prima di tutto proprio in questa libertà nell'uso del mezzo.
6) Essere indipendenti significa, infatti, essere liberi da molte costrizioni, specialmente da quelle produttive. Sono cineasti che hanno saputo trovare il proprio spazio nelle formule cooperative, in imprese autofinanziate, in un rapporto autonomo con la RAI-TV ed altri enti pubblici. Quella di essere inediti è la loro comune condanna. I più fortunati hanno avuto qualche precaria ed isolata uscita pubblica (spesso in una sola città, per pochi giorni) oppure la vetrina più o meno prestigiosa di qualche festival internazionale. Pur messi nella sezione informativa in nome di un necessario rigore, in realtà non sono meno inediti dei film in concorso, degni in ogni caso di essere visti e giudicati.
7) Oscillando, spesso integrandoli, tra i due poli di un cinema giovane e di un cinema di ricerca, sperimentale, per sua natura non-commerciale, il cinema indipendente si muove oggi fuori o ai margini del circuito distributivo, intenzionato però a rompere questa condizione. Più di altre manifestazioni quella di Bellaria vuole essere aperta a discutere le singole opere con gli autori e gli spettatori, e ancor più vuole essere aperta a discutere i problemi connessi ai modi di produzione, anzi alle stesse possibilità di produzione. Cioè, il problema di fondo del cinema italiano.
8) In presenza di tante rassegne legate ad una seducente cinefilia - specialmente nei casi più "rétro", piuttosto "facile" e comoda - affrontare la realtà della produzione indipendente italiana significa affrontare questioni strutturali di funzionamento della "macchina cinema". E' una strada difficile, impervia, scomoda, ma bisogna percorrerla con un gusto dell'analisi, della ricerca, eventualmente della "scoperta" che non necessariamente si contrappone ed esclude il "piacere" della visione.
La giuria del 2° Premio "Anteprima" è formata da Dario Zanelli (Presidente), Luigi Barberini, Goffredo Fofi, Tinin Mantegazza, Morando Morandini, Gianni Volpi, Ettore Zocaro.

Versione delle 19:58, 1 mar 2025