1990: differenze tra le versioni

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* [[Video]] di Saulo Scopa
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* [[Vivere contro]] di Mario Carra
* [[Vivere contro]] di Mario Carra
== Premi ==
* '''Premio Casa Rossa''' al miglior film indipendente dell'anno a [[La fine della notte]] di Davide Ferrario
* '''Gabbiano d'oro''' a [[Dimmi qualcosa di te]] di Gianluca Maria Tavarelli
* '''Gabbiano d'argento''' ex-aequo a [[Sfumatura alta]] di Umberto Cantone e [[Enezia: l'ultimo affare|Venezia: l'ultimo affare]] di Pierandrea Gagliardi
* '''Premio Cinestab. Donato''' a Alessio Gelsini per la fotografia del film [[Ciò che luccica è oro]] di Carolos Zonars
* '''Concorso Tre minuti a tema fisso - Dio''' a ''Illuminati'' di Daniele Ciprì e Franco Maresco


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Locandina Anteprima per il cinema indipendente italiano, 1990

Direzione[modifica | modifica sorgente]

  • Direzione: Enrico Ghezzi, Morando Morandini, Gianni Volpi, Gianfranco Miro Gori
  • Organizzazione: Luigi Barberini
  • Ufficio stampa: Marzia Milanesi
  • Segreteria: Nicoletta Donati Annamaria Gradara
  • Amministrazione: Saverio Gori
  • Servizi tecnici: Marcello Morri
  • Ospitalità: Eleonora Abbondanza Marcello Morri
  • Catalogo a cura di: Nicoletta Donati Annamaria Gradara per associazione "Creattiva"

Presentazione[modifica | modifica sorgente]

di Antonio Bernardi, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura di Bellaria Igea Marina

" La possibilità e il senso dell’arte filmica stanno nel fatto che ogni essere appare così com' è" (Wim Wenders)

Per citare Ghezzi nel commento all’edizione 89, si può ben dire che Anteprima ‘propone un terreno comune a ciò che è ancora underground e a quel che appena spunta dalla terra. Senza additivi chimici. Piccolo campo per un cinema di diversi semi e soggetti, fuori dalle coltivazioni estensive/intensive”. Ecco allora il senso di quella frase di Wenders calata nella concretezza di Anteprima 1990. Un momento e un luogo dove certo cinema (giovane? indipendente?) proponendosi si contrappone alla percezione standardizzata imposta dal cinema tradizionale e, soprattutto, dalla televisione, perseguendo la ricerca di nuovi oggetti della visione e recuperando immagini ‘inedite’ in luoghi non ancora contaminati dalla serializzazione mass-mediologica. La fortuna di ospitare a Bellaria dei giovani cineasti può permetterci di tentare di-teorizzare l’estetica del “primo sguardo”, inteso come visione straniata da contrapporre ai freddi stereotipi della visione meccanizzata. La volontà (o l’illusione?) di riproporre la realtà nella sua scarna fisicità, è il nodo principale di questo festival, anche perchè, forse, ancora oggi, essere iperrealistici con il cinema, significa essere rivoluzionari. E allora questo evento che “morde” il reale riproponendolo, dovrà anche fare i conti con il contesto che lo ha generato e che forse ormai, dopo otto anni, mal lo sopporta. L'integrazione fra Bellaria e il festival è ormai improcrastinabile, perchè il legame è alla radice delle due realtà. Quest'anno quindi, già dal prossimo autunno, Anteprima °90 cercherà con una serie di iniziative di piantare semi anche nel piccolo campo di casa nostra. Si darà l’avvio all’ Archivio, ai rapporti con la scuola, si cercheranno contatti con chi già promuove e ama il cinema nel nostro Comune. Reputiamo ormai necessario, anche a Bellaria, riscoprire il piacere della visione e dare modo a chiunque d’imparare a produrne; e chissà che un giorno, seduti al bar della stazione, non si veda arrivare, ancora una volta, il treno dei Lumière.

Qualcosa di internazionale[modifica | modifica sorgente]

di Morando Morandini

L’anno scorso i selezionatori di Anteprima - Ghezzi, Volpi e il sottoscritto - inventarono, non senza commettere almeno un’ingiustizia, Viaggi in Italia, gruppo di otto opere fuori concorso e collocate nella sezione un po’ pomposamente chiamata Eventi Speciali che comprendeva documenti, interventi, inchieste, rapporti su vari aspetti e fenomeni più o meno rimossi o trascurati dalla realtà italiana. Quest'anno, durante il lavoro di cernita, fummo sfiorati dalla tentazione di inventare una sezione analoga, intitolata Viaggi nel mondo. Sarebbe troppo lungo e probabilmente poco interessante spiegare come e perchè si rinunciò all’idea. Ne rimangono le tracce, comunque, in due degli Eventi Speciali (Col cuore in gola, di Damiano Tavoliere, inchiesta sulla tortura nel mondo; Figli del Bounty, servizio televisivo che Milena Gabanelli ha girato per Mixer nell’isola di Pitcairn) e in ‘almeno una delle opere in concorso che ha, a mio avviso, le carte in regola per diventare sul serio un piccolo "evento" in questa 8° edizione di Anteprima, Prima linea, documentario su Tokyo realizzato nel 1968-69 da Renato Job e rimasto inedito per vent’anni. Da qualche tempo nei grandi festival internazionali è di rigore il recupero di film vecchi di vent'anni, rimasti intonsi per la censura ideologica di Stato (Allodole sul filo del cecoslovacco Jiri Menzel, Orso d’oro a Berlino) e per quella del mercato (The plot against Harry dell’americano Michael Roemer, primo premio al Bergamo Film Meeting): anche Bellaria ha la sua piccola scoperta da proporre. Anteprima, dunque, si tinge d’internazionale. Ne fa testimonianza la rassegna dei saggi di regia del VGIK (Istituto statale pansovietico di cinematografia), fondato nel 1922 a Mosca, la più vecchia scuola di cinema del mondo. La rassegna continua l’iniziativa inaugurata l’anno scorso con la Scuola di Bassano: nel 1991 toccherà probabilmente alla Scuola di Cinema e di Televisione di Monaco di Baviera. E’ stata organizzata grazie alla cooperazione della Mostra Internazionale Riminicinema con la quale, nel corso della sua terza edizione (22-29 settembre 1990), Anteprima spartirà l’abbondante materiale giunto da Mosca. Questa cooperazione non è dovuta soltanto all’operosità di Miro Gori e alla vicinanza geografica con Rimini: è uno dei primi frutti di quel patto di coordinamento e collaborazione che fu sottoscritto qualche mese fa dai responsabili di sei manifestazioni cinematografiche italiane (Festival Cinema Giovani di Torino, Bergamo Film Meeting, Riminicinema, Film-maker di Milano, Anteprima di Bellaria; Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone). Chi ha avuto modo di seguire con assiduità questa rassegna, sa che è un suo carattere specifico quello di far saltare le frontiere, e non soltanto geografiche. Come il solito, il lavoro di selezione non è stato agevole perchè, come in passato, si è ancora seguita la linea di non privilegiare una tendenza particolare nel rispetto, e nel rispecchiamento, di una produzione audiovisiva di molti semi e segni. Nei primi anni di Anteprima il rapporto tra opere proposte e opere ammesse al concorso si aggirava sul due a uno; nel 1987 era già passato al quattro a uno e ora si è stabilito sul cinque (sei) a uno, essendo rimasto immutato - anche per ragioni di bilancio - il tempo di proiezione. Rispetto all’anno scorso (25 titoli ammessi su 159 presentati) la situazione è pressochè la stessa: 29 titoli scelti su 163 anche se il numero complessivo delle ore del concorso è calato da 14 a 12 circa. Soltanto tre lungometraggi (superiori a 60 minuti) sono in concorso rispetto ai cinque del 1989, mentre è aumentato il numero dei cortometraggi selezionati. Il rapporto tra film su pellicola e video era stato “fiftyfifty” nel concorso del 1989, mentre quest'anno s’è spostato a favore del video in una misura che sfiora l’uno a due, press’a poco corrispondente a quello delle opere pervenute. Più della metà delle opere inviate a Bellaria (93 su 163) provengono da cinque grandi città del Nord e del Centro: Torino (25), Roma (20), Milano (17), Bologna (16), Firenze (15). Il contributo del Sud è ancora esiguo, ma rispecchia - mi sembra - la situazione generale della società italiana. I cinque video (tre dei quali in concorso) giunti da Palermo confermano, però, che la "nuova stagione del cinema d’impegno" in Sicilia non è una forma retoricamente vuota. A livello tematico non mi sembra che il panorama di Anteprima 1990 presenti novità di rilievo: il malessere giovanile (con l’accento messo sulla crisi d’identità piuttosto che sui problemi concreti della disoccupazione), la droga, le preoccupazioni ecologiche, l’alienazione metropolitana, gli immigrati del Terzo Mondo. A parer mio, è ancora troppo diffuso - vezzo o vizio che sia - il culto dell’ineffabile, la tendenza verso i grandi temi astratti e metafisici, talvolta sorretti da cattiva letteratura o da letteratura mal digerita, ma, forse, il discorso riguarda le opere scartate più che quelle scelte...La serietà prevale. Rari, e non sempre riusciti, i film divertenti nei quali, comunque, il grottesco ha la meglio sull’umorismo, sulla simpatia per le cose viste dal lato delle cuciture. Rispetto agli anni scorsi è quasi assente quella linea (da Gaudino a Segatori e a Riva) che Enrico Ghezzi ha definito orfica e non narrativa, mentre non manca almeno un esempio di quell’horror" artigianale a costi stracciati, tanto disdegnato dalla critica impegnata, che pur rappresenta nel panorama del cinema "underground" italiano un fenomeno più consistente e diffuso di quel che molti immaginano e sanno. Se dovessi riassumere in una battuta le mie impressioni di selezionatore (so anch’io che è un’orrenda parola, ma non so trovarne un’altra: "cernitore" mi sembra arcaico e industriale), direi che nell’Italia quale è rispecchiata nei film e nei video inviati a Bellaria il quotidiano più comprato è La Repubblica, si telefona in modo ossessivo (ancora non si vede il fax) e si ascolta in misura altrettanto accanita la musica rock con i suoi derivati.

Rassegna della produzione indipendente italiana: Premio Casa Rossa al miglior film dell'anno[modifica | modifica sorgente]

Concorso[modifica | modifica sorgente]

Concorso 3 minuti a tema fisso "Dio"[modifica | modifica sorgente]

  • Sotto le palpebre di Cristina Agostinelli, Fabio Balducci
  • Odio di Alessandro Amaducci
  • Oh ... my God! (Dio mio!) di Michele Annunziata, Gabriele Anastasio
  • Dio di Mariella Arena
  • Dio edio di Mimmo Avellis
  • + Kamikaze bum bum di Pietro Balla
  • Mortus est mai pì barbota di Pietro Balla
  • Four wheils drive di Pietro Balla
  • La terra e il cielo di Pietro Balla
  • Folle di Dio di Fabrizio Bechelli
  • i di Alberto Bellotto, Stefano Salvetti
  • Una personale visione di Dio di Carlo e Gianni Beltrami
  • Deus di Renata Berti
  • Telefonami... di Stefano Biagi
  • Padre eterno di Alain Bichon
  • Giro giro tondo di Dominique Bichon
  • Primo mattino di Paola Bocci
  • Claudio e Dio di Gianfranco Boiani
  • Incontro con Dio di Caterina Borelli
  • E vi fu luce di Ugo Brusaporco
  • Dio di Jannis Cacaras
  • Everything's going well di Franco Calandrini
  • Un piccolo miracolo di Marco Caldiron
  • Pax max di Alberto Callari
  • L'eterno evasore di Giancarlo Campagnani
  • La mano di Dio di Roberto Campanini
  • Dio di Paolo Caponigri
  • Deus ex machina di Raffaele Cardamone
  • Dio di Mario Carra
  • Dio: un'intervista di Edoardo Chiti
  • Dio di Antonio Chiummo
  • Mephitis di Giulio Ciacciarelli, Alessia Guglielmi
  • Prologo di Vanni Cilluffo
  • Cinici a Bellaria, per Dio..! di Daniele Ciprì, Franco Maresco
  • Intervallo - La provvidenza di Daniele Ciprì, Franco Maresco
  • Illuminati di Daniele Ciprì, Franco Maresco
  • Zeus di Francesco Colonnelli
  • Ascoltaci, o Signore di Giorgio Comaschi, Maria Claudia Rossi
  • E(d)io? di Luigi Corsetti
  • Dialogo con Dio di Saverio Cosentino
  • Dio va a passeggio con un barboncino bianco di Paola D'Ignazi
  • Dio di Renzo De Fazio
  • Dio di Gianmarco Del Re
  • Dio di Giorgio Diritti
  • Dio di Lisa Ferrari, Giovanni Soattin
  • Dio c'é di Giuliano Fiorini Rosa, Emanuela Del Monaco
  • Dio di Massimo Fiorito
  • Come egli intende di Paul John Flint
  • Forse di Fulvio Fossati
  • Dio di Alessandro Fullin
  • Il mio cammino, il tuo di Silvana Furfari
  • Electronic mandala di Giovanotti Mondani Meccanici
  • Nessuno sguardo di Franco Jannuzzi, Enrico Giannetto
  • Chi? di Gianni Lamberti
  • Interferenze di Domenico Maida
  • Dio di Vincenzo Majella
  • Se c'è un Dio di Alberto Manzini
  • Finesterr di Gianpaolo Mascheroni
  • Chissà se era importante? di Riccardo Mastini
  • Verrà il tuo regno di Alfredo Mastrogiovanni
  • Dio di Andrea Maulà
  • Pater noster di Paolo Mennea
  • Ritorno ad - Dio di William Molducci
  • Coffee break di Francesco Montelli
  • Unknown unto God di Franco Nardella
  • La musica degli angeli di Claudio Paletto
  • Dio di Giampaolo Penco
  • Dio di Vanni Perrone
  • I limiti dell'infinito di Alessandra Pescetta, Nicola Verlato
  • Viaggi sospesi di Gianbattista Pini
  • Dio di Maurizio Pleuteri
  • Dio di Leonardo Previ, Mario V.Serini
  • Salmo N.222 di Roberto Quagliano
  • Luoghi comuni di Enzo Raffucci
  • Andando alla messa di Emilio Ratti
  • Dio di Luigi Rossini
  • Dio di Marco Salvatico
  • Dio di Pier Luigi Santolini
  • Dio di Luca Sartini
  • Occhi di Ignazio Sciara
  • Dio di Giuseppe Selva
  • Dio di Claudio Serughetti
  • Dio di Afro Somenzari
  • Dio (guardo l'acqua scendere dal cielo) di Afro Somenzari
  • Luoghi comuni di Paolo Sorrentino
  • Dio di Marina Spinola
  • Undicesimo non... di Michele Sueri
  • Io sono il Signore Dio tuo di Antonio Taglioni
  • Gli dei innumerevoli di Benedetto Valdesalici
  • In principio erat... di Benedetto Valdesalici
  • Lu il viandante di Benedetto Valdisalici
  • Theo's di Carlo Vellani
  • Se vado così male è perchè Dio mi ha fatto così? di Osvaldo Verri
  • Diodrome di Andy Warworld
  • Versetti di Marco Zaffaroni
  • Dio di Silvestro Ziccardi, Marco Pani

Eventi Speciali[modifica | modifica sorgente]

Retrospettiva[modifica | modifica sorgente]

La scuola di Mosca[modifica | modifica sorgente]

  • Kia - Dia (Zuppa di cane) di Jakhonguir Faiziyev
  • Krasavitza v traure (La bella in lutto) di Ermek Shinarbaev
  • Kuvsin (La giara) di Irakly Kvirikadze
  • Nacalo (L'inizio) di Artavazd Pelesjan
  • Odinokij golos celoveka (La voce solitaria dell'uomo) di Aleksandr Nikolaevic Sokurov
  • Siz kim siz (Chi sei tu?) di Jakhonguir Faiziyev
  • Skazky ob italii (Racconti italiani) di Vadim Ostrovsky
  • V pamjat o proshedshem dne (In ricordo del giorno trascorso) di Sharunas Bartas
  • Videnie otroka Mikhailn (La visione dell'adolescente Michele) di Michail Kosyrev
  • Ya-hha di Rustam Nugmanov
  • Zhinik (Lo sposo) di Elem Klimov

Spazio Aperto[modifica | modifica sorgente]

Premi[modifica | modifica sorgente]