1995

Enti promotori[modifica | modifica sorgente]
Comune di Bellaria - Igea Marina, Assessorato alla Cultura, Archivio del cinema indipendente italiano
con il contributo di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Emilia Romagna.
Direzione[modifica | modifica sorgente]
- Direzione artistica: Antonio Costa, Enrico Ghezzi, Morando Morandini, Roberto Silvestri.
- Direzione organizzativa: Gianfranco Miro Gori
- Segreteria e cataloghi: Andrea Menghi, Paola Gori, Anna Gradara
- Ufficio stampa: Marzia Milanesi
- Amministrazione e servizi tecnici: Saverio Gori
Presentazione[modifica | modifica sorgente]
“Il cinema è una grande festa e un gioco inimitabile” diceva François Truffaut. Ma è un gioco rigoroso, che si realizza in una forma precisa, la quale richiede consapevolezza delle possibilità che lo strumento e l'oggetto del gioco stesso intrinsecamente possiedono. Infatti l'occhio della macchina da presa può diventare una sorta di apprendista stregone, che dà vita ad una realtà nuova, dove il dato osservato perde la propria apparente oggettività per diventare altro da sé, potenzialmente generatore di un mondo inusitato. Il cinema allora si può intendere come una particolare semiologia della realtà, che comunica un pensiero e una visione della vita. Esso nasceva cento anni fa e le prime produzioni furono a carattere documentario, coerente con il clima positivistico che pretendeva di potere analizzare oggettivamente la realtà. Sono bastati pochi anni, tuttavia, per comprendere che lo sguardo, mediato dalla lente, trasforma le cose, le definisce più nettamente ole deforma, oppure restituisce loro un senso che sfugge al distratto rapporto quotidiano con esse. Proprio grazie a queste intriganti implicazioni il cinema, come la poesia, può svelare le pieghe più nascoste della manifesta rappresentazione delle cose. Esso può smascherare le contraddizioni di una civiltà capace di distruggere l'uomo e nutrire la coscienza critica di chi si oppone all'assopimento della volontà e dell'intelligenza. Tali peculiarità poetiche, estetiche e, più o meno inconsapevolmente, pedagogiche, sono sufficienti a giustificare l'impegno di una pubblica amministrazione in favore del cinema indipendente. Un settore al quale ha senso dedicare un festival, perchè favorisce la visibilità di una produzione che si realizza fuori dai circuiti miliardari dello star-system. Anteprima non fissa standard di durata, accoglie tutti i tipi di film, perché si propone prioritariamente di valorizzare l'idea, l'originalità della visione, il segno forte di un pensiero sul mondo. La rassegna è un'occasione importante per un giovane che voglia cimentarsi nella realizzazione di un film e che, rimanendo escluso dal mercato del cinema ad alto budget, vedrebbe mortificata la propria creatività e, con essa, l'affermazione del proprio modello di umanità. A dimostrazione di ciò va detto che quest'anno ha partecipato al festival di Cannes il regista Gianni Zanasi, che ha, come referenza precedente, il Gabbiamo d'argento, vinto a Bellaria nel 1993 con il film Le belle prove. Un problema, comunque, che un amministratore si deve porre, quando sceglie di destinare investimenti ad un progetto, riguarda il riscontro che questo ha sulla comunità e sul paese. Credo che la rassegna di Anteprima debba sviluppare occasioni anche nel corso dell'anno bellariese, spesso pigro e monotono: il successo delle proiezioni promosse dall'Archivio del cinema indipendente italiano nei primi mesi del 1995 è un indice che guarda in questa direzione. Come l'edizione del 1994 aveva reso un omaggio particolare a Berardo Bertolucci, quella del 1995 festeggia i trent'onni de I pugni in tasca di Marco Bellocchio, un film che ha molte delle caratteristiche del cinema “giovane”: esso esprime la rabbia, il desiderio di ribellione, che connotano da sempre il rapporto frale generazioni. Un film che esprime un'analisi lucidamente radicale sulla condizione umana e, attraverso l'atto di rivolta esasperato del protagonista, confessa le contraddizioni di una società che ha perduto i suoi valori tradizionali e le sue certezze perbeniste e benpensanti. Il titolo stesso rimanda ad una passione contenuta, repressa, consumata nel proprio intimo, finché non esplode in tutta la sua potenza devastante. E questo non fa forse pensare ad un masso lasciato cadere da un cavalcavia su un'automobile o su un treno in corsa? Se il cinema può avere la forza di inquietare le nostre coscienze, dobbiamo offrire ai giovani l'opportunità di esprimere le loro emozioni dando voce alle loro utopie.
L'Assessore alla Cultura - Mara Garattoni
Introduzione[modifica | modifica sorgente]
di Roberto Silvestri
I giovani cineasti indipendenti ci mettono tanto tempo e fatica per uccidere i padri. Per svincolare e sfuggire all'influsso dei grandi registi predecessori, per liberarsi dalle “scuole” e dalle nouvelles vagues (più sono grandi, più sono paralizzanti), per digerire tutto e andare avanti, ed ecco che proprio Bellaria, il loro festival, si mette a scodellare, ad ogni edizione, mostri sacri “depistanti” che fiancheggiano le loro opere. Roba davvero irritante... E poi, non solo Anteprima ripropone, collateralmente al concorso, ci 150 secondi (l'evoluzione dei tre minuti a soggetto fisso, quest'anno il sesso), allo Spazio Aperto, alcuni classici di “trent'amni prima”, oramai indiscutibili, e sottointende (paternalisticamente?): “copiate da questi, è roba forte, suvvia”, ma sconfina addirittura verso l'immaginario “maligno”, il rimosso, cancellato o imprigionato ai piani bassi dalle storie del cinema ufficiali, riabilitando le ricezioni più umiliate nei decenni e "marginalizzate’ spingendosi fino ai bordi del consentito e delle esplorazioni più irriproducibili... Ancora più irritante, questo, perché è già lì che indaga l'occhio aguzzo dei migliori e delle migliori filmaker, insofferenti verso qualunque forma di addestramento dogmatico, soprattutto verso l'imbrigliamento subdolo. E che poi andranno ai corsi estivi di cinema che meglio credono... Prendiamo, ad esempio, quel gruppo romano di recente formazione che si chiama Boccia Film. Tonio Boccia, in arte Americo Anton, è un regista che nell'epoca d'oro del cinema italiano in 50 film ha attraversato ingegnosamente, e senza mezzi, tutti i generi commerciali. Celo ricordano Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudiosi e Fabio Nunziata, i tre autori di un bel corto ammirato solo un mese fa a Arcipelago di Roma 1995, Il caricatore , aggiungendo che questo loro "cattivo maestro” girovagava nella stessa zona di immaginario dei più celebri Freda, Deodato, Margheriti, Fulci e... Bava. Insomma non è tanto la direzione di Anteprima cinema che “combatte” contro i giovani autori indocili spingendoli verso un'ipotesi cinema invece di un'altra, o verso esperienze più o meno ardite o estreme, esotiche o eccentriche. Ma è la direzione di Anteprima che “ruba”, copia dalle antenne più ricettive diffuse nel territorio, per esempio da unità produttive, centri sociali o fanzine di cinema “marginale”, e, come servizio pubblico, cerca di leggere, socializzare e lavorare "con tutti su queste pulsioni, le più originali e produttive perché sono le più appassionatamente motivate e ambiziose: vanno dal subumano al sovrumano, e viceversa... Il caso Ed Wood, la rassegna che gli abbiamo dedicata due anni fa, è stato emblematico. Era proprio un giovane autore sperimentale, in molti sensi indipendente e non riconciliato, come Tim Burton, a suggerircelo. E, nello stesso tempo, la programmazione off e “avanzata commercialmente” di molti centri sociali che aveva fatto di Glen or Glenda e Plam Nine From Outer Space un appuntamento cult. I centri sociali ormai sono diventati gli unici successori dei club cinema amni ‘70, tipo il mitico Filmstudio di Roma, anche perché tutto il circuito d'arte e d'essai si sta pericolosamente parrocchializzando e devitalizzando a cura della Berlusconi Communication (a Roma chi lo sta ristrutturando è proprio un suo uomo, Lo Foco). Pensate che in uno dei cinema romani “aperti” ed essai, il Greenwich, Libera di Pappi Corsicato, premio Casa Rossa a Bellaria, è stato proibito. Perchè sgradito alla Curia. Pagherete caro, pagherete tutto: che i centri sociali si facciano pagate caro dallo stato o dagli enti locali, almeno, e nonostante la loro superiorità etica, le loro antenne così aggiornate e questo grande servizio sociale reso alla comunità... Altra irritazione dei filmaker presenti a Bellaria nelle ultime edizioni. La stampa. Grande e piccola, generalista o specializzata, schiavizzata da un consumo diversificatamente pigro, almeno così dicono gli editori, che si eccita di più sul già conosciuto e storicizzabile, persino sull' ‘indegno’ shocking: non vuole soffrire e far soffrire di vertigini e dunque scippa spazi promozionali a filmaker, tecnici, attori e produttori contro”, che tanto ne avrebbero bisogno per farsi conoscere, e osannano gli indiscutibili Jack Hill, Adrima Asti, Barbara Steele, Alberto Grifi e Marco Ferreri più dei tanti giovani virgulti rigogliosi: Rezza, Zonars, Zanasi (così perfino Variety" gli ha storpiato il nome, in occasione di Cannes, e ha scritto Zascmi)... Ma: è la stampa, bellezza. Dentro e fuori Bellaria. E tuttavia. Nanni Moretti riuscì a portare mezza Roma al Filmstudio a vedere (e far discutere tutti su) un microscopico super 8. Non dobbiamo copiare dai maestri? Ma allora perché lamentarsi. E perché non congegnare altre trappole situazioniste per mass media ingenui? L'anno scorso siamo stati, comunque, aspramente criticati dai giovani protagonisti del festival (che siano loro le uniche star di Bellaria lo dimostra, comunque e per sempre, geometrica e narcisista, l'affiche stessa di Anteprima ‘95, firmata Altom). “Noi autori non siamo più al centro del festival: perché Anteprima diventa così schiava delle rassegne stampa belle cicciotte?”. Era un indiretto atto d'amore dei nuovi cineasti, sperammo. In altre circostanze il silenzio, poi il passa parola e poi l'emigrare verso altri festival “più sensibili” sarebbe stato un ovvio, veloce automatismo. Non è stato così. I materiali quest'anno sono arrivati copiosi. Oltre 200 le proposte per il concorso, un tesoro nascosto di vitalità e potenzialità sprecate spesso, moltissimi i lungometraggi a soggetto, un'inaspettata messe di corti prodotti in 35mm, tanto più sorprendente quanto ancora l'autostrada produzione / distribuzione è chiusa la traffico, priva di leggi, sovvenzioni e tv (Tele+ e Rai3 a parte). Una ampiezza di generi ancora commovente, data la solitudine dell'autore/lavoratore (non parliamo dei filmaker parastatali, sovvenzionati con automatismi quasi copiati ai racket) soprattutto per quanto riguarda la circolazione del suo prodotto, peggio se di animazione, sperimentale, documentaristico 0 collegato alla ricerca teatrale, poetica, di musica contemporanea 0 jazz 0 new dance. L'Italia è l'unico paese d'Europa che non ha tariffe medie di acquisto tv riguardo i programmi politico/culturali di livello. Che so. Un documentario di Robert Frank, un reportage su Timor, un'intervista col sub-comandante Marcos, uno special su Altena, un programma sul funky brasiliano o un Jonathan Demme che racconta i pittori di Haiti, non hanno mercato. Non esistono. Nessuno li acquista. Mai giovani autori italiani realizzano molto in questi campi, trattando con Arte, Zdf o Channel 4. Siamo in Europa e, almeno per questo, per fortuna. Una legge cinema davvero utile dovrebbe essere intanto europea, e poi lavorare solo sulla pre-e post- produzione, nei servizi, al finanziamenti di corti, alla distribuzione e all'esercizio, alle scuole di cinema. Poi al mercato il resto: che peschino dal vivaio e azzardino prototipi di livello internazionale, come fanno oggi da chi si è però autovalorizzato contando sulle sue forze (se aspettavano lo stato!): Martone, Soavi, Calopresti, eccetera. Ma, dagli anni ‘60, con la legge 1213 “Corona”, la sconfitta è stata storica. Nacque e vivacchiò il parassitismo dell'art. 28. E comunque fin dal dopoguerra, Hollywood aveva vinto, Cinecittà perso, il cinema italiano era condannato alla marginalità. E anche dalla marginalità ci siamo come autoespulsi. Siamo oggi la barzelletta già sentita d'Europa: al vertice produttivo abbiamo da decenni gli uomini di cultura e i manager meno pronti alla competizione, se non per perdere sui mercatidella qualità commerciale e culturale. Altro che Jeremy Thomas, David Puttman o Paulo Branco: le nostre geometrie istituzionali scovano uomini/immagine debolissimi, visti risultati: Massaro, Cianfarani, Rocca, Clementelli, Maselli, Sodano, Squitieri, divenuto l'ultimo dei demenziali “maitre à penser”. È vero. stiamo continuando a indagaTe con ostinazione, qui a Bellaria, sugli anni ‘60, nostri e mondiali, epoca fremente e libera con la quale ricolloquiare oggi. Per tirare dei fili da prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci. E dal magmatico e mai digerito esordio di Marco Bellocchio, dai gang movies, da Wood, Grifi, Bava, il Living Theatre. C'è un risveglio di neomilitanza disincantata, in molti esordi di oggi, non solo “liberi”, perfino da Cannes s'è visto. È un'ossessione didattica, un incantesimo contro culturale o una prevaricazione generazionale, la nostra? Speriamo di no. Piuttosto c'è da ammettere che quel frangente è stato piuttosto complesso e ancora incompreso. Non è un caso che Maurizio Grande, un teorico di allora solo oggi si senta in grande nel suo ultimo studio di fare i conti con la “commedia politica” che allora ebbe un fremito. E che su Ferreri si sia incantata la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. E poi puntiamo sulla “vetrina sorprendente”, sull'esposizione di doni imprevisti, che abbia un “finish” nel consumo produttivo dei nostri vitali cineasti “indie”, sull'innesto di materiali di oggi e di ieri in ebollizione, ancora fertili per il domami, sul contatto fatale tra pulsioni transtemporali. E poi sono le accademie, le scuole di cinema che spiegano e congelano i già conosciuto, ai festival/laboratorio spetta il compito di porsi ai confini della realtà. Come è stato “fuori” quell'autore di cinema, scrittore, regista, operatore, direttore della fotografia, inventore di trucchi e effetti speciali, figlio e padre d'arte, modesto e meraviglioso, inascoltato ma oggi ancora fertile, di nome Mario Bava. Additiamo, certo, da Bellaria, come modello da conoscere a fondo più il cinema della sciabola che quello del fioretto, perché il primo può colpire parti maggiori del corpo, e il secondo gode di una trasmissione e di una “propaganda” più liscia e automatica (il superbo cinema d'arte europeo è il preferito da Hollywood, che così continuerà meglio a dominare i mercati grossi, lasciandogli le nicchie); e consigliamo di seguire nello stesso tempo, e prima di mettere definitivamente nell'immondizia questa dicotomia, esempi alti e maligni; o di mettere caos nell'ordine o viceversa, a seconda dello stato delle cose, dei tempi e del quoziente maggiore di destabilizzazione contenuto nelle due opposte operazioni... Si dice che i contemporanei siano spoliticizzati, che i nostri occhi antichi vedano altre cose rispetto quelli teenager, che sono ribaltate le gerarchie e i sentimenti dello sguardo e allora, dato il panico, noi proporemmo quel filo di memoria che, maledizione, crediamo sia stato spezzato da qualche incosciente imberbe impertinente ignorante filmaker emergente nazistoide vittima di una memoria offuscata e di cataclismi massmediali irreversibili Ma non è così. Al di fuori delle storie del cinema, che tanto vorremmo riscrivere anzi proprio fare esplodere, proprio in quest'anno di centenario, sappiamo che è ben aperto e vigile l'occhio attento del filmaker indipendente, nemico dell'ortodossia di tutti i tipi e delle convenzioni artistiche e culturali, per quanto trendy siano. Per questo l'omaggio a Mario Bava, un esempio alto di cineasta totale, documentarista estremo del possibile e dell'impossibile, il più amato dagli eretici di Hollywood e il più rimosso dagli ortodossi di Cinecittà (come vedremo nel catalogo di Stefano Della Casa e Giulia D'Agnolo Vallamn). È un buon antesignano e un ottimo nonnino per il nostro filmaker teenager in cerca di parricidio, con la sua esplicita tensione libertaria, sapienza di immaginario, una incomprimibile, incontenibile voglia di tenerezza e leggerezza espressiva e di racconto ben congeniato. Avendo di nuovo in mente Mario Bava si può meglio apprezzare la generazione che oggi ha più esplicitato un suo “stile”, dopo i neo horror (Dante e Henenlotter, Carpenter e Romero... ): e quella USA / new age di Linklater, Araki, Hartley, Todd Haynes o Rose Troche, e fa un cinema ibrido e inclassificabile, “postsessuale” e preunderground, incantato e action painting, né fiction né documentario, né metacinema, né “metafisica in piano sequenza”. In Italia si direbbero proprio allievi di Mario Bava.
Concorso Anteprima[modifica | modifica sorgente]
- Ade e Core di Carolos Zonars
- Alberi strade fuochi di Massimo Bettini
- La bambola di Massimo Speroni
- La befana di Rolando Stefemelli
- Compagno che sei nei cieli di Giuseppe Ferlito
- Dorme di Eros Puglielli
- Fiato sospeso di Anatoli Balasz
- La forza della volontà di Giovanni Mantinelli
- Un giorno perfetto di Massimo Scognamiglio, Domenico Vitucci
- Guardàti di Stefano Filippi
- Una historia mas di Domenico Ciolfi
- If di Pierluigi Caso
- Immagina follia di Fabrizio Rossetti
- Incubo di ceramica di Tony Rh Sangiuliono
- Lao di Stefomo Milla
- Legami di sangue di Domenico Liggeri
- I miracoli di Valmorel di Roberto Bristot
- Mirto di Giampaolo Marzi
- Monumentaneamente di Giuseppe Gandini
- Nicola Scatidi il fotografo di Nosrat Pancahi Nejad
- La notte americama del dr. Lucio Fulci di Antonietta De Lillo
- Passo a passo con le stelle di Marcel Cordeiro
- Quel che c'è di Gianfranco Tondini
- Rara mens di Angelo Serio
- Riflessi sulla pietra di Nunzio Liuzzo
- Rosa Mix di Luca Sergiacomo
- Il sale della terra di Daniele Gagliomone
- Salomè di Monica Petracci
- Schizzopatia di Antonio Rezza, Flavia Mastrella
- Scooter di Roberto Palmerini
- Shot di Stefomo Pratesi
- Storiella ebraica di Daniele Innocenti
- Tamburi lontani di Francesco Caligiuri
- Vorrei urlare di Monica Stambrini
Casa Rossa[modifica | modifica sorgente]
- L'estate di Bobby Charlton di Massimo Guglielmi
- Piccoli orrori di Tonino De Bernardi
- Strane storie di Sandro Baldoni
150 secondi a tema fisso (sesso)[modifica | modifica sorgente]
- Video in concorso
- Represso di AA.VV.
- Preludio di Luca Aliverti
- Decoder di Alessandro Amaducci
- Distanze di Paolo Ameli
- La macchina di Yuri Ancarami
- L'occasione di Roberto Antoniolli, Marco Mele, Claudio Bertolotto
- Casiapa di Simone Arcagni
- Safety di Massimo Assi
- Il telefono corre sul sesso di Augusto Bastianini
- Sesso-sesso mutante di Roberta Bazzoli, Mario Commone
- Mousex di Corrado Benanzioli
- Sesso di Matteo Bertocchi
- Giochi proibiti di Claudio Bertolotto, Roberto Antoniolli
- Le vie del signore sono in... finite di Silvano Besozzi
- Polka troia di Silvano Besozzi
- Deliverance di Giovanna Bianco, Pino Valente
- Downloading di Andrea Bolioli, Luca Dini
- Orgia di Alessandro Bolli
- La finestra sul porcile di Cinzia Bomoll
- La donna di fiori di Gianluca Bomprezzi
- L'incubo del maniaco di Giorgio Bonecchi Borgazzi
- Angels x demons di Marco Bragaglia
- Hip, hip, sburrà. Prendimi e vieni... di Marco Bragaglia
- Short dick man di Marco Bragaglia
- Solitudine di Marco Bragaglia
- Black “hand” decker di Marc'Antonio Brandolini
- Sesso di Alessandro Brenta
- Cinque storie brevi di Giuseppe
- Cacace, Gianfranco Amalfitano, Emanuele Bertolini
- Camera, car di Nello Calabrò
- Subli-me di Paola Caldera
- Notte alta di Alberto Callari
- Otturazioni di Cesar Camardo
- Sfumature della lingua di Miguel Campos
- gusti di Matteo Canuti
- Il mio magnum di Matteo Canuti
- L'occhio di Bataille di Ivan Carlei
- Sesso F.C. di Adelmo Casamatta
- Sogno d'amore di Daniele Cascella
- Perdonami di Philippe Chabert
- Amandoti di Emomuele Chiappa
- Lezioni di sesso di Carmelita Chiarenza
- Dopo, a casa di Agata Chiusano
- Il desiderio di Cesare Cicandini
- Il piccolo Teo di Stefania Cieno
- L'intesa di Duccio Cimatti
- Apoteosi di Maria Lucia Cirulli
- PPP di Marco Civinelli
- I colori del cielo di Massimo Coglitore
- Bambini di Francesco Colangelo
- La fotocopiatrice di Enrico Contro
- Gioco fuori...gioco di Emiliano Contieri, Simone Lo Porto
- Dentro e fuori dime di Marusca Cuccagna
- Tu mi fai gira la testa di Luigi Cutore
- Anna e Paolo di Luca Dal Col
- Le fantasie erotiche di riccioli d'argento di Sandy Da Fré, Davide Pepe
- Sex mecanique di Sandy Da Fré, Davide Pepe
- Sesso di Dante Dal Buono
- La ricetta di Alessandro Dallolio
- Oltre amore di Lara Dassi
- Muco di Valerio De Berardinis, Agostino Reggio
- Sex il mondo come vitalità ed espressione di Antonio De Lucia
- Il sesso di Andrea De Rosa
- Exauste trasformation di Claudia Degano
- Queerdi Marco Deplano, Massimiliano Pini
- Eros e thanatos di Claudio Di Campli
- Zum zum buzz buzz di Silvia Di Domenico, Jamnick Splidsboel
- Il polpettone di Claudio Di Giorgio
- Sesso di Roberto Di Landro
- Betty Bee di Alessandro Dionisio
- Minni di Ruggero Dipaola
- Toccami il cazzo puttana di Cristina Donghi
- Scorpo di Paolo Doppieri
- Anche l'occhio vuole la sua partner di Paolo Doppieri, ‘Antonio Lucarini
- Red hot sexy rabbit di Federico D'Orazio, Lorenza Pignatti
- Resti uomini di Carmine Elia
- 180 secx di Mariano Equizzi
- Arsure di Antonio Fabbri
- Scopofilia di Antonio Fabbri
- Clik flash di Pippo Failla
- Inside book di Ruggero Fasanelli Menestrina
- Effetto luce di Maurizio Favella, Sara Veri
- Sex Eye di Andrea Filosa
- But not for me di Guglielmo Finazzer
- Camera ad ore di Guglielmo Finazzer
- Love amd sex di Guglielmo Finazzer
- Tracce di Michelangelo Frammartino
- Non porno più di Giogiò Franchini
- Sesso di Sara Fregoso
- Api, fiori e rock'n'roll di Alga Geminani
- Frangois di Domiele Giandelia
- Mettiti così di Lucia Giustini
- La carta di c... di Angelo Grazioso
- Sesso sereno di Gianluca Greco
- Sex service di Francesca Grillo
- Savannah di Paolo Grosso
- Aromolè l'infinito di Gianluca Iodice
- La prestazione di Francesco Lagi
- Vendita a domicilio di Gianni Lamberti
- Osceno è l'occhio di Emanuele
- Lamedica, Benedetto Valdesalici
- Et eros di Annalisa Leonetti
- Casi di Angela Rosa Limoncelli
- Il dubbio di Giovamni Lumini, Marco Borgheresi
- Last train home di Giovamni Lumini, Marco Borgheresi
- Sensinsensati di Danilo Madonna
- Buccia riciclata di Andrea Malomndra
- Sesso e... terza età di Vittorio Manescotto
- L'orco, ... io l'ho visto di Roberto Manzone
- Informal sex di Salvatore Mamzone
- Pintar di Federico Maramer
- Pensando al futuro con ottimismo di Daniele Marcovecchio
- In cerca di "frasi" vere di Michele Marin
- Umpfh di Donata Mastinelli
- Corto viaggio sentimentale di Marco Mensa
- TV sex di Roberto Meroni
- It‘s all right with me di Mimmo Migailo
- 144 misturbo in linea di Renato Migazzi
- Desiderio selvaggio di Carlo Misuraca
- Non di questo mondo di Graziano Misuraca
- Marziale di Mosetti Maurizio
- Minotauro machia di Paolo Nizza
- Lo scrittore giovane di Officina
- Jai de mon réve connu la nudité di Giovanna Pastega
- Stupidi di Lorenzo Perrone, Luca Artoni
- Libero di Giambattista Pini
- Scusa cara di Maurizio Pleuteri
- Non ti preoccupare piccola, andrà tutto bene di Nicoletta Polledro
- Agonia di Anselmo Maculotti
- bibliografo di Sergio Poro
- Love evol di Marco Porsia
- The swing di Sara Pozzoli, Alessandro Di Nuzzo
- Amore infranto di Giampiero Pozzoni
- Sesso virtuale di Giampiero Pozzoni
- Sex, jingles amd videonews di Prozac System
- Il triangolo di Massimo Pulini, Comado
- Bertoni Geni incivili di Maurizio Quagliona
- È solo una questione di gusti di Danilo Ramirez
- Sleep di Elisabetta Rassu
- Crash: the rationalisation of sexual work di Maddalena Ravagli
- Prosesso di Gianluca Reggioni
- 2 x 2- Due x due di Monica Ricci
- Bob e gli elettrosessodomestici di Rinaldo Rivaroli, Fulvio Fossati
- Phallus pudicus di Daniela Robuschi
- Una serata speciale di Angela Rosito
- Let's talk baby di Gianmarco Rossetti
- Tu devi essere o martello o incudine di Giovanni Rossetti
- I pionieri del sesso di Stefania Rossiello
- Doppio gioco di Mirco Ruggeri
- Pussycat atmosfere di Saul Saguatti
- La giostra di Filippo Saia
- Maledetti cubi di Domenico Saliemo
- By yourself di Marco Samorè
- Un altro corto per Bellaria di Claudio Saponara
- Solo tu solo io di Enrico Satta
- Sesso di Davide Schinaia
- Lai de l'ombre di Massimo Scotti
- Se l'amore si alzasse di Giuseppe Selva
- Like a uorgin di Luca Sergiacomo
- Stupri di Maria Femamda Spina
- Chi? di Giovanni Sturmamnn
- Sweet sex di Sofia Suarez - Borilla
- 37 rosso di Anna Tassini
- Bella di giorno di Alessomaro Toni
- Sex di Claudia Tosi, Maurizio Di Mauro
- Susanna e i vecchioni di Alberto Valtellina
- Darla o non darla di Luigia Vecchiet
- L'amore e le cerniere di Luigia Vecchiet
- Molli d'amore di Luigia Vecchiet
- Fecundu lu mundu di Leonardo V. Zago
- 1 2 di Silvana Zancolò
- AAAHHHH... di Nerio Zonca
- Con infinito amore ovunque di Stefania
Accad(d)e in Italia[modifica | modifica sorgente]
- A nostro gradimento di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga
- Acque segrete di Carlo Da Prato
- Autogestione di Luigi Simeone
- L'essenziale è invisibile agli occhi di E. Ruggiero, D. Ciolfi
- Forza di volontà di Luca Masnata
- Okoi e semi di zucca di Adonella Marena
- Ora, sono... di L. Calcina, P. Zagaglia
- Osciadlamadona di G. Stambrini, F. Lupi Timini
- Parole chiave di Giampaolo Marzi
- Polka miseria di Gianfranco Miglio
- I Rambone di Giorgio Garini
- Santa Maria di G. Cerulli, S. Rebechi
- Sarno, il crepuscolo e il requiem di Luigi Maria De Angelis
- E sél sòra la tegia di Alessio Fattori
- Verso Roma di Daniele Cascella
- Visione di gioco di N. Nesler e M. Piga
Feedback[modifica | modifica sorgente]
Cinema, teatro, arti visive
- Il dissoluto punito di Sergio Rubino
- Jennifer e il bambino palloncino di Ottavio Romano
- Kiki Kali di A. Amaducci, G. Randazzo
- Mammine care di Stefano Tummolini
- Oltre il ghetto di Nicola Cavaglieri, Adriana Di Lello, Alessandra Mengoli
- Persi nel sogno di Stefano M. Saveriano
- Semiosi di AA.VV.
- Sul set de L'amore molesto di A. De Rosa, A. Dionisio
- TamTam Video, videolettera semiseria di varia umanità di Francesco Andreotti
- Vita all’incontrario di Mimmo Pesce di Pasquale Misuraca
Resistenza 1945-1995[modifica | modifica sorgente]
- Pianoro strada statale 65 di Matteo Belli
- Il pioppeto e il sogno di Franco Grego
Mario Bava -Il cineasta che sapeva troppo[modifica | modifica sorgente]
I film della retrospettiva
- La maschera del demonio (1960)
- Ercole al centro della terra (1961)
- La frusta e il corpo (1963)
- I tre volti della paura (1963)
- Sei donne per l'assassino (1964)
- Terrore nello spazio (1965)
- Operazione paura (1966)
- Diabolik (1968)
- Quante volte... quella notte (1969)
- Cinque bambole per la luna d'agosto (1969)
- Ecologia del delitto (1971)
- La casa dell'esorcismo (1972)
- La famiglia Passaguai di Aldo Fabrizi (1951)
- La battaglia di Maratona di J. Toumeur, B. Vailati (1959)
Spazio Aperto[modifica | modifica sorgente]
- Adattamenti di Monica Castiglioni
- Aerosol di P. D'Ignazi, G. Boiomi
- Agrodolce di Maurizio Francabandiera
- Amori in fumo di Beppe Anderi
- Antologia di Tangent River di Augusto Bastionini
- Aut di S. Gionfalla, S. Le Moli, N. La Marca
- La bara di Carmelo Milone
- Bella nel bosco di Walter M Cabell
- Caravaggio di Alessandro Pericciuoli
- Caro nonno di Francesco Paladino
- Cesellatori di Giuseppe Guastella
- Collisione immateriale di Riccardo Lanzidei
- Comici concentriche di Stefano Melgara
- Da campane a consone farfalle di forte intensità di Pietro Romano Matarrese
- Il diario di Riccardo Prosperi studente in medicina di Fabio Bianchi, Davide Bini
- Domami ti porto al mare di Enrico Satta
- E se non fosse stato il cielo blu di Lisa Glahn
- Le elezioni di Filippo Roma
- L'estate che verrà di Andrea Mordenti
- Ethnoritmi di Francesco Coglitore
- Frammenti d’arte a Praga di G. Brescicmi, A. Bertocchi
- Frammento di un peccato originale di Cristian Gromata
- Il fuoco sotto di Paola Legnaro
- Generation Y di Marco Bragaglia
- Gingillo di Gianni Ferraretto
- Il grande amore di Piero Macaluso
- Il grande safari di Different Opinion
- Ho occhi solo per te di Guglielmo Finazzer
- Idee in forma di Alberto Di Cintio
- Illuminazioni di Alessandro Amaducci
- Innocente di S. Segabrugo, F. Petter
- Into di Different Opinion
- Is, kaka pdi di Anna Tassini
- Lascia perdere! di Luca Coeli
- Letizia Lanaro: l'invisibile di Tiziano Biasioli
- Lettera di Giulio Sironi
- Lezione di ballo di M. Tangorra e M. Marisol
- Ma Don Giovanni è ancora qui? di Sergio Rubino
- Il maiale, o della storia del perfetto consumatore di Lorenzo Calzeroni
- Memoria in maschera di Leonardo D'tri
- Metropoli tana di Claudio Cipelletti
- Le mie cazzate di Francesco Montelli
- Miss Drugstore di Fabio Calegari
- Una missione di P. Cambieri e A.Cavecchi
- Mosca '93 di Giuseppe Marcoli
- Movimento rapido degli occhi di Maurizio Quagliana
- Nel tempo di Filippo Orobello
- La neve nell'ascensore di Lorenzo Tripodi, Bruno Spinazzola
- Never More Peppers For Dinner di Mimmo Migailo
- Nuoce gravemente alla salute di F. Zanca, M. Zucchetti
- Occasioni di Antonio Fabbri
- OK... vengo di Bruno Pisano
- Ospedale delle bambole di Domenico Salierno
- Panta rei di Antonio De Lucia
- Una partita da paura di L. Parisi e L. Montanari
- Per un po' di Mariano Lamberti
- Peruana di Riccardo Jacopino
- Portraits di Francesco Asaro
- Pyxis animae - Soul Can di Michela Montrasio
- Rem di G. Bianco, P. Valente
- Riflessi musicali di Paolo Bellucci
- Un ritorno di Silvia Masi
- Round the Clock di Cristian Granata
- Il salto di Romolo Sanguedolce
- Il secondo del maiale di M. Siragusa, G. Teresi
- Short Splatter Film di Saul Saguatti
- Sogni scomodi di Cinzia Bomoll
- Sogno di Antonio Caporilli
- Sorella luna di B. Anderi, F. Loro
- Sottovuoto di Andrea Fanelli
- Sprecare di Andrea Giuliani
- Strani racconti di Roberto Burchielli
- Strano tempo di Flavio Rizzo
- Streetman di Giorgio Bonecchi Borgazzi
- Tempus fugit di Riccardo Maneglia
- The Man I Love di Giorgio Ginori
- Transito di G. Bianco, P. Valente
- Videomakers di Giuseppe Guastella
- La vita è sogno di Amedeo Rosa
- Voci di Paolo Doppieri
- Voglio un’altra vita di Antonello Costa
Premi[modifica | modifica sorgente]
- Premi Casa Rossa regia del miglior film: Sandro Baldoni per Strane storie; migliore attrice protagonista: laia Forte per Piccoli orrori di Tonino De Bernardi; miglior attore protagonista: Ivano Marescotti per Strane storie di Sandro Baldoni; miglior contributo tecnico: Gianni Fiore per L'estate di Bobby Charlton di Massimo Guglielmi
- Gabbiano d'oro a Passo a passo con le stelle di Marcel Cordeiro
- Gabbiano d'argento a Compagno che sei nei cieli di Giuseppe Ferlito
- Concorso 150 secondi a tema fisso - Sesso a Non porno più di Giogiò Franchini