Lettera di Gianni Volpi a Luigi Barberini

Da Wiki - Archivio per il cinema indipendente italiano.

Caro Barberini,

visto che quasi certamente non potrò essere presente sabato a Bellaria a causa di una serie di impegni (tra l'altro, entro fine mese, devo esaurire i servizi per la Rai per cui ho firmato un contratto, ecc.) che si assommano ai "normali" impegni di lavoro, le invio una serie di proposte e osservazioni informali, che, nel caso fossero ritenute degne d'interesse, potrebbero essere rapidamente verificate e articolate.

a. Possibile struttura della manifestazione. Tenendo presenti le dimensioni finanziarie, ecc., che la rassegna vuole avere quest'anno, vedrei bene un'articolazione di questo tipo: una sezione video, che è il mezzo più usato ormai dai "filmaker" indipendenti oltre che dalla RAI, da programmare nel tardo pomeriggio. Con certi strumenti di proiezione, si ottengono rese analoghe a quelle cinematografiche. Non entro nel merito dei prodotti selezionabili, ma non mancano certamente materiali di un certo interesse inediti (o semi-inediti, nel senso che sono stati visti da pochi in qualche rassegna); non c'è dubbio che vadano privilegiati quelli inediti; una sezione film inediti italiani, serale;una monografia sul cinema indipendente inglese, di cui parlerò più ampiamente al punto b); eventualmente, una piccola sezione di film vanificati, smarriti, ecc., come chiede Zocaro. Mi sembra una buona idea. Tra l'altro, questi anni hanno visto due "casi" addirittura clamorosi: “Camminacammina” di Olmi e “Pianeta azzurro” di Piavoli, i migliori film italiani delle ultime stagioni, eppure usciti tre-quattro giorni in pochissime città: insomma, mai visti. La loro riproposta, alla presenza degli autori, debitamente sostenuta da un discorso critico, potrebbe sollevare un "caso", avrebbe una certa risonanza; in ogni caso, sarebbe assai utile a impostare certi discorsi sulle "strutture" del cinema italiano.

b. Il cinema indipendente inglese. Esiste una produzione indipendente in glese degli anni 80 o immediatamente precedenti, di alto livello. Si tratta di vere e proprie "fiction" e in alcuni casi di film "sperimentali". I loro autori sono ormai noti, oltre che per i premi ottenuti negli ultimi festival, per l'ottimo esito commerciale anche da noi dei loro più recenti filmi vedi Greenaway, vedi Forsyth. La risonanza, anche giornalistica, di una simile monografia, mai neppure parzialmente tentata dai festival italiani, mi sembra indubbia, così come l'interesse in sé dei film.

Titoli possibili: The Falls di Peter Greenaway, Riddles of the Phynx di Peter Wollen e Laura Mulvey (più lo straordinario c.m. Amyl), Babylon di Franco Rosso, Gregory's Girl • That Sinking Feeling di Bill Forsyth, Ascendancy di Ed Bennett, ecc.. Se ne potrebbero scegliere quattro-cinque (uno al giorno) oppure molti più in funzione di un panorama completo (non prendendo Burning an illusion • Radio on, l'unico uscito de noi), che però, a mio parere, non aggiungerebbe nulla di essenziale.

ora di producine. Tranne Babylon che è una media produzione, tutti e no significativi di formule produttive indipendenti: • BFI o compartecipazioni tra "indipendenti", Canale 4, BFI, ecc..

Costi. Considerate le spese di noleggio e trasporto, la necessità di un catalogo (presentazione critica globale, schede sui film e sui singoli autori, ecc.) e quella di una traduzione simultanea (oversound), direi, in base a una mia recente esperienza ("Pinter e il cinema"), che sei milioni per 4-5 film potrebbero bastare, tutto compreso.

Reperibilità. Si è accertato che, in linea generale, non esistono problemi. Se si decide di fare questa monografia, si può in tempi brevi verificare in concreto costi e condizioni presso le distribuzioni, ecc., grazie a una nostra "agente" a Londra. Sarebbe, però, necessario saperlo subito, poiché i tempi a nostra disposizione non mi sembrano eccessivi.

Tra l'altro, una simile rassegna potrebbe essere ripetuta, nei prossimi anni, con qualche altra "scuola" o nazione.

Gianni Volpi