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== Alfabeto italiano == Da un'idea di Beppe Attene e Beppe Sangiorgi, realizzato con materiale d’archivio della cineteca Rai in collaborazione con la Làntia Cinema & Audiovisivi Di '''Marco Bellocchio''' Inaugurare il Festival con Alfabeto Italiano ha il significato di proporre dei film prima di tutto di autori italiani molto personali, che operano uno “sfondamento” dei confini, dei canoni abbastanza rigidi dei film a soggetto (la storia secondo la drammaturgia sofoclea) da una parte, e del documentario dall’altra, senza ricorrere alla forma ormai comune del “docu-fiction”, ma inventando, architettando, facendo cinema d’autore essenzialmente al montaggio (quando per noi registi il “momento della verità” sono le riprese, il corpo a corpo con gli attori. Mi vengono in mente i collage dei surrealisti e i fotomontaggi politici di John Heartfield...), manipolando materiali impersonali, senza uno stile riconoscibile, emozionanti in sé per il fatto che documentano dei fatti “obiettivamente emozionanti”; immagini, ma anche suoni, musiche, mescolando tutto e pestando, come nel crogiolo di una strega, perché avvenga una trasformazione (o addirittura una trasfigurazione!). Nasca una forma, uno stile. Questa è la sfida. L'autore dovrebbe diventare uno storico e un artista. Storico in quanto interprete e non soltanto cronista dei fatti, artista in quanto creatore di forme nuove, utilizzando immagini di altri, che hanno girato magari con grande partecipazione personale, ma coll’obbligo professionale di limitarsi a documentare un fatto, catturarlo il più visibilmente possibile (la maggiore difficoltà è che qualche volta si riescono a scoprire materiali straordinari, ma montati secondo dei criteri di totale insensibilità non dico alla bellezza ma a un elementare, tradizionale ordine estetico. Le immagini al puro servizio della voce parlante. Di qui la nostra necessità di ricorrere frequentemente al rallentato, per cercare di allungare il più possibile le emozioni...). Tanti frammenti di tanti sguardi diversi, che si compongono, 2 cui un solo sguardo dà la sua forma. L’aver voluto questa inaugurazione (e aver lottato per averla) ha anche il significato di una mia personale definitiva riconciliazione con il montaggio. E’ davvero finito il tempo della paura di attaccare insieme i vari pezzi, il tempo della paura della dissociazione. * [[Bambini, ragazzi, strapazzi]] di Maurizio Nichetti * [[Case cose città]] di Silvio Soldini, Giorgio Garini * [[Lavorare stanca]] di Wilma Labate * [[Le parole del cuore]] di Giuseppe Piccioni * [[Un popolo di poeti]] di Giuseppe Bertolucci * [[La rovina della patria]] di Marco Tullio Giordana * [[Sesso, video e realtà]] di Simona Izzo, con la collaborazione di Francesco Venditti
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