1998
Enti promotori
Associazione cinema dell’Adriatico, Comuni di Bellaria Igea Marina, Cattolica, Rimini
Consiglio di amministrazione
Mauro Conti (Presidente), Mara Garattoni, Pierpaolo Parma
Direttore
Gianfranco Miro Gori
Segretario
Antonio Tolo
Comitato scientifico
Gianfranco Angelucci, Vittorio Boarini, Vincenzo Cerami, Antonio Costa, Alberto Farassino, Giacomo Martini, Morando Morandini
Direttore Artistico
Marco Bellocchio
Coordinamento e relazioni esterne
Angela Leone
Segreteria e amministrazione
Miriam Pozzi
Segreteria e ospitalità
Alessandra Fontemaggi
Documentazione e cataloghi
Giuseppe Ricci con la collaborazione di Marco Leonetti
Segreteria a Cattolica
Simonetta Salvetti
Segreteria a Roma
Veronica Martini
Addetto Stampa
Marzia Milanesi, Barbara Sassano (assistente), Paolo Pagliarani
Servizi tecnici e allestimenti
Edoardo Zangheri, Paolo Tombeni
Grafica e immagine
Enzo Grassi - “Colpo d’Occhio”
Corrispondente dagli Stati Uniti
Giulia D’Agnolo Vallan
Curatori e consulenti
Daniela Ceselli e Francesca Pirani (retrospettiva: 1968 Ha ballato una sola estate, convegno: L'immagine in movimento e il movimento dell'immagine), Alberto Farassino (retrospettiva: L'investigatore privato), Leonardo Gandini (sezione: Scuole di cinema), Enrico Ghezzi (compleanno: Nostra signora dei turchi), Riccardo Giagni (sezione: La musica del cinema), Fabrizio Grosoli (sezione: Anteprime internazionali), Mario Sesti e Dario Buzzolan (sezione: Cinema italiano), Giovanni Spagnoletti e Sergio Toffetti (personale: Robert Bresson)
Presentazione

Il presidente dell’Associazione Cinema dell'Adriatico Mauro Conti.
La Romagna è una terra propizia per il cinema. Vi sono nati registi, sceneggiatori, attori...: Federico Fellini, per esempio, o Tonino Guerra, pochi giorni fa vincitore con Anghelopulos della Palma d’oro a Cannes. Vi si sono realizzati, vi si realizzano film. Vi si sono coltivati, vi si coltivano i “riti” della visione cinematografica: la provincia di Rimini è fra le prime in Italia al botteghino; e in essa, da tempo, si organizzano festival. Anteprima di Bellaria Igea Marina, MystFest di Cattolica e Riminicinema, solo per citare gli ultimi, si sono conquistati uno spazio e un ruolo non secondario né banale tra le manifestazioni simili in Italia e nel mondo; e oggi che non esistono più, essendo confluiti in un evento unico, Adriaticocinema, desidero ringraziare tutti coloro che vi hanno lavorato. Quanto a Adriaticocinema, neonato, mi piace precisare che non si tratta dell’addizione dei tre festival precedenti, né della somma delle tre città (Bellaria Igea Marina, Cattolia e Rimini) che lo hanno fondato. Si tratta bensì di una manifestazione unica e -pur rivendicando le proprie tradizioni- nuova.
Di Marco Bellocchio
Pensando alla conferenza stampa del 6 febbraio mi pare oggi che il programma definitivo di Adriaticocinema sia nella sostanza quello che avevamo annunciato. Un programma in cui la ricerca di nuove forme, di nuovi linguaggi è il corpo centrale del Festival e sarà il principale tema di discussione del convegno sul cinema italiano: “L'immagine in movimento e il movimento dell ‘immagine’. In questo senso abbiamo scelto i film italiani che parteciperanno al concorso, nel rigore che ci eravamo sempre prefissi. (Anche la giuria, composta da critici militanti e molto tendenziosi mi sembra in armonia col criterio di selezione: premiare la bellezza, l'originalità delle immagi- ni, secondo un’indiscutibile sensibilità e competenza). In questo senso ho invitato, fuori concorso il primo film di Massimo Fagioli e in questo senso proponiamo film “invisibili”, cioé film magari già presentati in altri concorsi o usciti anche fuggevolmente nelle sale (0 anche non fuggevolmente, ma che, come l’ultimo di Ciprì e Maresco, il pubblico delle tre città del Festival non avrebbe l'opportunità di vedere), film che sono scomparsi, a cui il Festival, senza illudersi di miracolarli, vuole offrire una nuova visione, di poter riapparire su uno schermo bianco. La perseveranza, la coerenza in arte devono essere riconosciute e premiate pro- prio perché viviamo in un'epoca in cui l’incoerenza, la dissociazione e la futilità sono la regola della vita quotidiana e producono ovviamente, poi, nella maggior parte degli artisti, immagini incoerenti, dissociate, futili... In questo senso presentiamo le retrospettive non integrali di un gruppo di autori nuovi (... Roberta Torre, Pasquale Misuraca, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Eros Puglilli, Bruno Bigomi) che, più o meno appartati, aristocratici, ma fedeli al loro stile, alle loro immagini originali implicitamente si contrappone al cinema dei padri, che più che padroni materiali del cinema italiano si comportano, sono dei “padri paralizzanti” nel senso di impedire o ritardare una vera rinascita. Senza vietare nulla, facendo semplicemente quello che hanno sempre fatto. Mi viene in mente una battuta di Cecov: “Costa: Sono necessarie nuove forme, nuove forme sono necessarie, e se queste mancano allora è meglio che niente sia necessario” (Il Gabbiano, Atto 19.11 prezzo di queste nuove forme in quel caso è il suicidio, per questo credo che, contro una tradizione di romanticismo ormai decomposto, va ricercata una terza via che, rifiutando la mediocrità, eviti l’autodistruzione. Il prezzo della ribellione del 68 è ancora il suicidio del 68. Per citare la rassegna “Ho ballato una sola estate”, curata da Daniela Ceselli e Francesca Pirani, che appunto indagando prevalentemente sui film che hanno preparato il 68 individua in essi una costante suicida. Il suicidio immanente al 68. Manon voglio ricordare tutto il programma sarebbe una fatica inutile per chi legge, il catalogo è fatto per questo e basta guardare l'indice. Non posso tuttavia non accennare a tre eventi, magari non particolarmente clamorosi, ma molto qualificanti e cioè il Festival delle scuole di cinema, il Convegno sull’appena riformato CSC diventato SNC, e la partecipazione di Adriaticocinema alla produzione di due cortometraggi di due allieve della Scuola Nazionale di Cinema e a un corto di Matteo Garrone, attività assolutamente da potenziare per un festival che vuole essere attivo, partecipante alla vita del cinema italiano. Una parola infine sulla libertà di espressione di questo Festival e cioè di poter divagare, sconfinare in altre forme dell’arte e non necessariamente complementari al cinema. La musica, il teatro, la danza, la pittura, l’architettura... Questo per- ché non è possibile che chi “sente” il cinema sia sordo alla musica o al teatro, può essere incompetente, ma la sensibilità non è a compartimenti stagni, reagisce a tutte le espressioni d’arte quando sono vere e profonde, e poi perché lo spazio del festival, distribuito su tre città, può rispondere naturalmente a una rappresentazione globale, come sei film, i concerti, le lezioni fossero le diverse immagini di un unico movimento, di un unico teatro che si sposta continuamente da un luogo all’altro, nel tempo, secondo la luce del giorno o il buio della notte.
Concorso Adriaticocinema
Alla scoperta dell’acqua calda di Michele Miegge
Amleto di Stefano Patteri, Giovanni Rossetti, Alberto Zanetti
Benvenuto a San Salvario di Enrico Verra
Cadere nel tempo di Manuele Cecconello
Cadute di Claudio Pazienza
Il caso di forza maggiore di Matteo Garrone, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata
La cena informale di Salvo Cuccia
I colori della città celeste di Pappi Corsicato
Fine pena mai di Benedetto Proietti, Giovanni Caccamo
Funamboli di Mattia Battistini, Lina Battistini, Manuel Cassano, Raffaella Cassano
Girotondo, giro attorno al mondo di Davide Manuli
HQ1 - La tragica storia di Amleto, principe di Danimarca di Dimitri Patrizi
Incerta di viaggio di Valentina Girodo
Incontri rubati di Daniele Ciprì, Franco Maresco
Incerta di viaggio di Valenti Girodo
Mare largo di Ferdinando Vicentini Orgnani
Nadia Luca & Roberto di Cosimo Terlizzi
Pentesilea di Leonardo Carrano
Polaroids di Hakim Zejjari
Il racconto del leone di Francesca Marciano
Santarielli d’Amantea di Pasquale Misuraca
Shakespeare à Palerme di Francesca Comencini
35 aforismi su Elias Canetti di